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domenica 13 maggio 2012
Chi ha orecchie per intender...
LA STORIELLA DELLA DOMENICA: IL MEDICO E L’AVVOCATO
L’avvocato va dal medico e gli dice che ha grossi “problemi in famiglia”, che gli han causato un gran mal di pancia. Il dottore, anziché dargli un farmaco, lo convince che passerà presto, che è solo un malanno passeggero. L’avvocato, che anche se non è divorzista capisce bene quanto costi una separazione ci riflette, e alla fine arriva alla conclusione che sì, il mal di pancia passerà. La famiglia è più importante, niente divorzio: sarebbe un salasso per tutti.
Sappiamo tutti però come vanno a finire certe cose: lo sa anche il medico che certi mal di pancia, purtroppo, si evolvono in dolorosissime ulcere… Lo immagina anche l’avvocato, ma tutti e due convengono su un fatto: cosa ne penserebbero i vicini, gli amici, se quella che loro vogliono far passare come la famiglia modello, allegra e serena, la “famiglia del mulino bianco”, in realtà è solo un gruppo di persone che, all’interno delle quattro mura (in questo caso non domestiche…) se le canta di santa ragione ogni giorno?
L’importante non è essere, ma apparire: sarà contenta una nota ditta farmaceutica, cui sono state ordinate “casse di Maalox, per pettinarci lo stomaco”. Peccato che la canzone giusta sia un’altra, la cantava il secolo scorso un certo Carlo Buti e suonava tipo “Lasciamoci così senza rancor….”.
lunedì 7 maggio 2012
Staccate il respiratore, questo è accanimento terapeutico
Segnatevi queste parole. Non vogliamo fare gli oracoli improvvisati, ma già sappiamo come andrà a finire. Come? Ve lo spieghiamo subito.
I risultati elettorali hanno sancito in modo irrevocabile che alcuni (Lega e Pdl, tanto per non far nomi) devono ripartire daccapo se non vogliono morire (ne saranno capaci?), che altri esultano ma “passavano di lì per caso” (i grillini) e soprattutto che il Pd resta (dopo essere stato risparmiato dalla fine della prima Repubblica, allora si chiamava Pci checché ne dicano i cattocomunisti) grazie unicamente al suo zoccolo duro che non muore mai.
Cosa c’entra con Saronno, direte voi? Tanto, tantissimo, perché questo risultato non fa altro che confermare quanto accaduto due anni fa, quando il generale Porro e la sua truppa si insediarono al potere: in quell’occasione non furono loro a vincere la guerra, ma gli altri a perderla (anche se loro ce la raccontano in modo diverso). Lo sanno tutti, ma loro fan finta di niente. Stessa cosa che peraltro accade oggi: il risultato delle elezioni odierne servirà al nostro primo cittadino per tirare il fiato, raccontare ai giornalisti al question time che tutto va bene e i mal di pancia non ci sono mai stati, che la sinistra scoppia di salute e il futuro è rosa (tendente al rosso….).
Lo sanno pure i muri che non è così, ma in fondo vuoi mettere? Adesso altre due settimane (ci sono i ballottaggi…) in cui respirare, magari per tentare di ricucire uno strappo che ormai strappo non è più. E’ una voragine sotto i piedi, ma per fortuna ci sono i mali altrui, che servono a nascondere la triste realtà di una maggioranza che non decide più nulla, di un sindaco in balia dei suoi stessi uomini, di una coalizione eterogenea che ha fallito nel recente passato ovunque, e non si capisce perché dovrebbe tenere proprio a Saronno. Basterebbe aver studiato la storia, manco quella antica, quella recente. Anche la storia politica, perché tutti gli indizi vanno nella stessa direzione: nascondere i problemi non serve a nulla, si finisce solo per ritardare a staccare il respiratore a un malato terminale. Sorridiamo pure sulla battuta di Berlusconi esiliato in Russia da Putin, sul Trota e le sue lauree, sul terzo polo che è diventato ormai l’ultimo polo, sui grillini “che tanto dureranno lo spazio di una primavera”.
Intanto la Saronno Servizi affonda, il teatro invece pure, la viabilità cittadina fa pietà, il bilancio è zeppo di contraddizioni, i dipendenti comunali sono contenti come un pinguino nel Sahara, l’Imu per i commercianti è all’uno per cento e Saronno peggiora di giorno in giorno. Non se ne intendono neppure di musica, non ricordano neppure uno dei più famosi cantautori italiani, sinistrorso doc. La “Chanson de Geste” con Roland protagonista, manco quella gli ha insegnato nulla. E intanto Saronno affonda. “grazie a Dio è l'ELECTION DAY"…
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