Alla vigilia della decisione del TAR della Lombardia che potrebbe ribaltare il decreto del governo, dichiarando anticostituzionale l'accorpamento delle province una falsa nota d'accordo, lanciata sulla stampa nelle scorse settimane, si è rivelata un tentativo di assolo mal riuscito da parte delle campane della Città degli Angeli. Spieghiamoci meglio: il comune di Saronno, la cui voglia di protagonismo
è stata (ovviamente…) mal digerita dai comuni limitrofi, ha voluto fare le pentole e pure i coperchi, ma prima ancora che ci fosse l’ufficialità della decisione. E, come era ovvio che accadesse, praticamente tutti i comuni limitrofi non hanno ritenuto opportuno giocare un ruolo di comparsa in questo atto. Purtroppo per il comune di Saronno questa situazione non è uguale a quella della Saronno Servizi, dove detenendo il 98% delle quote la sempre meno partecipativa giunta Porro ha fatto e disfatto come ha voluto, fregandosene bellamente del parere degli altri soci, perdendo l’ennesima occasione per fare quadrato e creare qualcosa di solido e costruttivo.
Ma riepiloghiamo quanto accaduto nelle scorse settimane: il comune di Saronno, attraverso l'assessore dalle sette deleghe, fa sapere che nella "natura" della nostra città c'è Milano (probabilmente riferendosi al cemento…). Ovviamente facendosene un baffo delle opinioni altrui, che in questo caso, a differenza dell’affaire Saronno Servizi, magari avrebbero un po’ più di voce in capitolo. Manco una riunione, insomma, se non a cose fatte. Nei giorni successivi il comune di Caronno Pertusella, lo segue da bravo Fido (per mera appartenenza alla stessa parte politica?), ma per fortuna, i comuni di Uboldo, Origgio e Gerenzano pensano che non sia il caso di esprimersi in tal senso, riservandosi la facoltà di pensarci e valutare pro e contro, a differenza di ciò che ha fatto il comune di Saronno e nella fattispecie il suo assessore alle sette deleghe, attratto magari dal fascino politico della figura di un Pisapia che in tanti, a Milano, rimpiangono ancora di aver votato.
Comunque, dopo qualche giorno avviene la fatidica riunione: ovviamente ben sapendo quale fosse l'orientamento della maggiore realtà locale del comprensorio, non avendo spazio di confronto, i comuni limitrofi si sono limitati ad esprimere il proprio parere. Pensate, c’è stata pure la presenza del sindaco di Solaro che ha pure sottolineato il pessimo rapporto avuto con la Provincia di Milano in questi anni. Arrivare al risultato finale è fin troppo semplice: Saronno spingerà il piede sull’acceleratore chiedendo di essere accorpata a Milano (seguita dalla Fido Caronno…) e finendo quasi certamente nel dimenticatoio (a Milano avranno da pensare anche a Zelo Surrigone o Zibido San Giacomo, mica paglia…) mentre altri, con magari un briciolo in più di senso della realtà, chiederanno di essere protagonisti del proprio futuro, proponendo soluzioni molto più utili alla causa che non quelle meramente politiche. Deciderà, alla fine, il governo. Ma una cosa è sotto gli occhi di tutti: Saronno (come sta facendo in città, lo fa anche fuori, nei rapporti con gli altri) si è arrogata il diritto di scegliere al posto degli altri, salvo ascoltarli dopo aver sparato i fuochi artificiali. Ma questa non è una festa: si tratta del futuro non solo dei quasi 40mila saronnesi ma di tutta una macro-città (di oltre il doppio di abitanti) che non può e non deve ragionare a compartimenti stagni.
Ma purtroppo, grazie all’ennesima dimostrazione di arroganza e presunzione, temiamo si tratti dell’ennesima occasione persa...
P.s.
Sapete che se dovessimo andare sotto Milano... spenderemmo il 15% in più di assicurazione auto?