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martedì 17 settembre 2013

Già nel 2009..."Non capisco l'insistenza: che c'entra costui, con i suoi - sospetto sparuti - colleghi, con la nostra città? Perché non si dà da fare a casa sua?"

tratto da: http://pierluigigilli.blogspot.it/2009/03/ciascuno-il-suo.html#comment-form


martedì 24 marzo 2009

A ciascuno il suo

Leggo che Luciano Silighini Garagnani, presidente nazionale dell’associazione "Giovine Italia", dopo tre annunci senza seguito, dichiara che il suo sodalizio intende ancora "fare una manifestazione a Saronno per chiedere più sicurezza per i cittadini".
Non conosco questo signore, dall'aristocratico doppio cognome; mi pare che sia genovese e che, con la sua associazione, si richiami impropriamenteall'autentica "Giovine Italia" fondata nel 1831 da un altro grande genovese, Giuseppe Mazzini, con benemeriti scopi risorgimentali ed etici.
Non capisco l'insistenza: che c'entra costui, con i suoi - sospetto sparuti - colleghi, con la nostra città? Perché non si dà da fare a casa sua?
Saronno ha già i suoi problemi, come tutti; non abbiamo bisogno di importare altre tensioni, inutili e fastidiose, altre paure, altre mistificazioni, men che meno da supponenti sostenitori dell'ordine e della sicurezza: con la loro passeggiata a Saronno raggiungerebbero il risultato paradossale di fomentare - appunto - disordine e insicurezza.
Un esempio preclaro di contraddizione: quod non fecerunt barbari, faciunt... barbariculi?
Resti a casa sua; i Saronnesi sanno come amministrarsi, senza improbabili suggerimenti esterni e patetiche dimostrazioni di muscoli.

martedì 25 settembre 2012

In merito alle province...Pronti a spendere il 15% in più di assicurazione auto?


Alla vigilia della decisione del TAR della Lombardia che potrebbe ribaltare il decreto del governo, dichiarando anticostituzionale l'accorpamento delle province una falsa nota d'accordo, lanciata sulla stampa nelle scorse settimane, si è rivelata un tentativo di assolo mal riuscito da parte delle campane della Città degli Angeli. Spieghiamoci meglio: il comune di Saronno, la cui voglia di protagonismo
è stata (ovviamente…) mal digerita dai comuni limitrofi, ha voluto fare le pentole e pure i coperchi, ma prima ancora che ci fosse l’ufficialità della decisione. E, come era ovvio che accadesse, praticamente tutti i comuni limitrofi non hanno ritenuto opportuno giocare un ruolo di comparsa in questo atto. Purtroppo per il comune di Saronno questa situazione non è uguale a quella della Saronno Servizi, dove detenendo il 98% delle quote la sempre meno partecipativa giunta Porro ha fatto e disfatto come ha voluto, fregandosene bellamente del parere degli altri soci, perdendo l’ennesima occasione per fare quadrato e creare qualcosa di solido e costruttivo.
Ma riepiloghiamo quanto accaduto nelle scorse settimane: il comune di Saronno, attraverso l'assessore dalle sette deleghe, fa sapere che nella "natura" della nostra città c'è Milano (probabilmente riferendosi al cemento…). Ovviamente facendosene un baffo delle opinioni altrui, che in questo caso, a differenza dell’affaire Saronno Servizi, magari avrebbero un po’ più di voce in capitolo. Manco una riunione, insomma, se non a cose fatte. Nei giorni successivi il comune di Caronno Pertusella, lo segue da bravo Fido (per mera appartenenza alla stessa parte politica?), ma per fortuna, i comuni di Uboldo, Origgio e Gerenzano pensano che non sia il caso di esprimersi in tal senso, riservandosi la facoltà di pensarci e valutare pro e contro, a differenza di ciò che ha fatto il comune di Saronno e nella fattispecie il suo assessore alle sette deleghe, attratto magari dal fascino politico della figura di un Pisapia che in tanti, a Milano, rimpiangono ancora di aver votato.
Comunque, dopo qualche giorno avviene la fatidica riunione: ovviamente ben sapendo quale fosse l'orientamento della maggiore realtà locale del comprensorio, non avendo spazio di confronto, i comuni limitrofi si sono limitati ad esprimere il proprio parere. Pensate, c’è stata pure la presenza del sindaco di Solaro che ha pure sottolineato il pessimo rapporto avuto con la Provincia di Milano in questi anni. Arrivare al risultato finale è fin troppo semplice: Saronno spingerà il piede sull’acceleratore chiedendo di essere accorpata a Milano (seguita dalla Fido Caronno…) e finendo quasi certamente nel dimenticatoio (a Milano avranno da pensare anche a Zelo Surrigone o Zibido San Giacomo, mica paglia…) mentre altri, con magari un briciolo in più di senso della realtà, chiederanno di essere protagonisti del proprio futuro, proponendo soluzioni molto più utili alla causa che non quelle meramente politiche. Deciderà, alla fine, il governo. Ma una cosa è sotto gli occhi di tutti: Saronno (come sta facendo in città, lo fa anche fuori, nei rapporti con gli altri) si è arrogata il diritto di scegliere al posto degli altri, salvo ascoltarli dopo aver sparato i fuochi artificiali. Ma questa non è una festa: si tratta del futuro non solo dei quasi 40mila saronnesi ma di tutta una macro-città (di oltre il doppio di abitanti) che non può e non deve ragionare a compartimenti stagni.
Ma purtroppo, grazie all’ennesima dimostrazione di arroganza e presunzione, temiamo si tratti dell’ennesima occasione persa...

P.s.

Sapete che se dovessimo andare sotto Milano... spenderemmo il 15% in più di assicurazione auto?

sabato 7 luglio 2012

Il fumo delle sette deleghe...


Se c’era bisogno di una conferma, ecco, finalmente è arrivata. 


Prendete l’ultimo numero di “Saronno Sette”: vi stupirete guardando che, in tre delle otto facciate, campeggia una pagina che recita più o meno “Inserzionisti disperatamente cercansi”. Tralasciando il fatto che la quarta è una pubblicità “finta” (è lo stampatore che mette il proprio logo) diventa evidente soprattutto una cosa: il prodotto, così come è fatto, non è appetibile. La rivoluzione copernicana trionfalmente annunciata dall’assessore dalle SETTE DELEGHE (tanto per cambiare) e dalla sua corte dei miracoli (leggasi ufficio stampa o comunicazione, o relazioni esterne, chiamatelo come vi pare ma comunque totalmente inutile, vista la quantità di comunicati e notizie alla stampa fornite) qualche tempo fa, ha messo tragicamente a nudo l’inutilità di un prodotto del genere che ha mostrato tutti i suoi limiti.

Mai era capitato, a memoria, nella storia sia del “Saronno Sette” che del defunto (o meglio, ucciso) “Città di Saronno”, vedere così tanti spazi bianchi, carta letteralmente buttata nel WC..(con quel che costa…): piuttosto si cercava di riempirlo con i contenuti, quelli che, da quando quello che era il giornale delle associazioni oggi diventato il megafono della Giunta mancano proprio.

Se fosse in vendita anche a un centesimo, non lo comprerebbe proprio nessuno: otto pagine in cui campeggiano le elucubrazioni degli assessori di turno, il quadratone della radio amica, le iniziative degli amici degli amici e, sparsi qua e là senza un ordine logico, finalmente, gli annunci delle associazioni.

Una Babele di contenuti, nessuno che c’azzecca (cit.) con l’altro. Otto fogli per 5mila copie di inutilità che gridano vendetta: ovvio che nessuno voglia farci pubblicità.

Parliamoci chiaro: ce lo avevano venduto come l’uovo di Colombo, l’invenzione che doveva cambiare la storia della comunicazione. Sta facendo la stessa fine del Titanic: ci raccontavano che era inaffondabile, invece alla resa dei conti ha pagato tutte le sue magagne e sta affondando miseramente. 

Non veniteci a parlare di crisi (se si fossero tenuti i canoni dei vecchi giornali comunali, la pubblicità sarebbe arrivata, con un prodotto competitivo…): gli inserzionisti investono su chi dà adeguata visibilità. Saronno Sette, oggi, è un triste giornalino dei partiti della giunta e dei loro amichetti con l’aggiunta di qualche associazione che mette coraggiosamente il proprio annuncio. Un prodotto fantastico come bere una birra calda in spiaggia al 15 di agosto. Forse anche chi ha avuto l’ardire di accettare di stamparlo si starà pentendo amaramente…

mercoledì 6 giugno 2012

Photoshop 4 dummies... lo stemma della città




Ci mancava anche questa. Anziché pensare alle cose serie, come ad esempio “l’addio” del presidente Alberto Fidanza alla “Saronno Servizi”, puntualmente trasformato in barzelletta (“ha avuto dalla sua azienda un incarico che li impegnerà molto” è stata l’esilarante versione del sindaco, degna davvero di Zelig) cosa ci propinano? Niente popò (esatto, popò…) di meno che IL NUOVO STEMMA DEL COMUNE DI SARONNO!!!
Partorito da quel vulcano di idee che è l’ufficio comunicazione, sotto l’immaginabile guida dell’omino coi baffi che una ne fa e cento ne pensa (e per fortuna ne fa solo una ogni cento, sennò saremmo veramente a posto…) il nuovo stemma ha il pregio di provocare, alla vista, lo stesso effetto di una dose di Guttalax.
Dire che è osceno è poco: sembra un’immaginetta scaricata da qualche sito internet di principianti di Photoshop”, o da un concorso di disegno per scuole elementari. Penose, poi, le giustificazioni: Una scelta attuata per uniformare le comunicazioni dirette sia all’interno che all’esterno” (???), “creare un format grafico per dare alla Città di Saronno un’immagine di grande valore, un’identità precisa, chiara e omogenea che renda le comunicazioni del Comune immediatamente e facilmente identificabili” (??????) e ancora “l’usabilità e la semplicità del manuale diventano punti di forza per una sua corretta applicazione” (?????????).
Per favore, qualcuno può tradurre? Corretta applicazione? Immagine di grande valore? Uniformare le comunicazioni? Ma cosa significa? Cosa aveva che non andava lo stemma precedente, quello sì, storico? Segno REALE di una tradizione cittadina?
Il nuovo stemma significa che dovranno cambiare anche tutta la carta intestata, e che quella ora esistente andrà buttata nel cestino? Insomma, altri costi? 
Al di là dell’aspetto estetico (davvero orribile) ci si chiede davvero perché un ufficio comunicazione che manco comunica alla gente le modalità della giornata senz’auto, debba spendere risorse (è possibile sapere quali?) in questa maniera. Scordandosi (come sta facendo la Giunta attuale) che i problemi sono ben altri…

domenica 3 giugno 2012

MA CI FACCIA IL PIACERE…



“L’evento ha carattere di sensibilizzazione verso l’uso dei mezzi alternativi all’auto privata e s’inserisce nell’ambito del piano di azione per il miglioramento della qualità dell’aria”.
Avete letto bene: “piano d’azione”, lo hanno definito proprio così. Sappiamo che faticate a crederci, eppure andate a prendere l’ultimo numero del megafono della Giunta (pardon, del Saronno Sette) e andate all’ultima pagina. Non dovete neanche fare la fatica di sfogliare le pagine di un foglietto auto incensante ormai inutile ai cittadini: basta girarlo dall’altra parte.
Quattro scarne righe, per dire che c’è la domenica senz’auto. Indicazioni sulla zona dove sarà effettuato zero. In fondo, chissenefrega di quei poveri cristi che devono andare a lavorare lo stesso? Qualche percorso alternativo, sul momento, se lo inventeranno… C’è di più: quali iniziative collaterali sono state organizzate? Biciclettate, grigliate al parco Lura (ah no, le grigliate sono sconsigliate dal sindaco, fanno male all’ozono) oppure festicciole in centro? Boh, chi può dirlo, informazione zero.
Ma torniamo al vero motivo di questa domenica senz’auto: LA SENSIBILIZZAZIONE. Meglio sarebbe dire L’EDUCAZIONE, perché, come è noto, questa amministrazione ha lo scopo precipuo di EDUCARE i saronnesi a fare le cose giuste. Volete un esempio? Facile, facilissimo, i 30 all’ora.
Ora, diteci quanti automobilisti saronnesi rispettano questo limite oggi. Ve lo diciamo noi: nessuno. Neanche i nostri assessori o consiglieri quando vanno in macchina. I 30 all’ora sono una vera e propria burattinata, un modo per buttare al cesso litri di vernice bianca e rossa e soldi per fare i cartelli di limite di velocità. Ogni tanto però c’è l’immancabile agguato della Polizia locale, con la pattuglia che si nasconde non vicino all’ospedale, all’oratorio e alla scuola (che magari sarebbero punti sensibili, e dove sarebbe RACCOMANDABILE andare piano) bensì su quelle vie dove è impensabile andare a meno di 50. Colpirne uno per educarne cento, insomma. L’importante, e lo abbiamo già detto mille volte, non è fare. E’ far finta di essere bravi, far vedere cose che non ci sono. Intanto domani andatevene a piedi e dopodomani, quando tornate da Solaro sfrecciando pericolosamente a 50 all’ora, sperate che immediatamente dopo il cartello “Saronno” non ci sia nascosta una pattuglia.
Vi facciamo infine grazia del “miglioramento della qualità dell’aria”: quest’inverno vi ricordate quanti sono stati i provvedimenti presi da questa giunta che ha così a cuore l’ambiente per combattere l’inquinamento? Faticherete a crederci: zero…

domenica 13 maggio 2012

Chi ha orecchie per intender...

LA STORIELLA DELLA DOMENICA: IL MEDICO E L’AVVOCATO   L’avvocato va dal medico e gli dice che ha grossi “problemi in famiglia”, che gli han causato un gran mal di pancia. Il dottore, anziché dargli un farmaco, lo convince che passerà presto, che è solo un malanno passeggero. L’avvocato, che anche se non è divorzista capisce bene quanto costi una separazione ci riflette, e alla fine arriva alla conclusione che sì, il mal di pancia passerà. La famiglia è più importante, niente divorzio: sarebbe un salasso per tutti. Sappiamo tutti però come vanno a finire certe cose: lo sa anche il medico che certi mal di pancia, purtroppo, si evolvono in dolorosissime ulcere… Lo immagina anche l’avvocato, ma tutti e due convengono su un fatto: cosa ne penserebbero i vicini, gli amici, se quella che loro vogliono far passare come la famiglia modello, allegra e serena, la “famiglia del mulino bianco”, in realtà è solo un gruppo di persone che, all’interno delle quattro mura (in questo caso non domestiche…) se le canta di santa ragione ogni giorno? L’importante non è essere, ma apparire: sarà contenta una nota ditta farmaceutica, cui sono state ordinate “casse di Maalox, per pettinarci lo stomaco”. Peccato che la canzone giusta sia un’altra, la cantava il secolo scorso un certo Carlo Buti e suonava tipo “Lasciamoci così senza rancor….”.

lunedì 7 maggio 2012

Staccate il respiratore, questo è accanimento terapeutico

Segnatevi queste parole. Non vogliamo fare gli oracoli improvvisati, ma già sappiamo come andrà a finire. Come? Ve lo spieghiamo subito. I risultati elettorali hanno sancito in modo irrevocabile che alcuni (Lega e Pdl, tanto per non far nomi) devono ripartire daccapo se non vogliono morire (ne saranno capaci?), che altri esultano ma “passavano di lì per caso” (i grillini) e soprattutto che il Pd resta (dopo essere stato risparmiato dalla fine della prima Repubblica, allora si chiamava Pci checché ne dicano i cattocomunisti) grazie unicamente al suo zoccolo duro che non muore mai. Cosa c’entra con Saronno, direte voi? Tanto, tantissimo, perché questo risultato non fa altro che confermare quanto accaduto due anni fa, quando il generale Porro e la sua truppa si insediarono al potere: in quell’occasione non furono loro a vincere la guerra, ma gli altri a perderla (anche se loro ce la raccontano in modo diverso). Lo sanno tutti, ma loro fan finta di niente. Stessa cosa che peraltro accade oggi: il risultato delle elezioni odierne servirà al nostro primo cittadino per tirare il fiato, raccontare ai giornalisti al question time che tutto va bene e i mal di pancia non ci sono mai stati, che la sinistra scoppia di salute e il futuro è rosa (tendente al rosso….). Lo sanno pure i muri che non è così, ma in fondo vuoi mettere? Adesso altre due settimane (ci sono i ballottaggi…) in cui respirare, magari per tentare di ricucire uno strappo che ormai strappo non è più. E’ una voragine sotto i piedi, ma per fortuna ci sono i mali altrui, che servono a nascondere la triste realtà di una maggioranza che non decide più nulla, di un sindaco in balia dei suoi stessi uomini, di una coalizione eterogenea che ha fallito nel recente passato ovunque, e non si capisce perché dovrebbe tenere proprio a Saronno. Basterebbe aver studiato la storia, manco quella antica, quella recente. Anche la storia politica, perché tutti gli indizi vanno nella stessa direzione: nascondere i problemi non serve a nulla, si finisce solo per ritardare a staccare il respiratore a un malato terminale. Sorridiamo pure sulla battuta di Berlusconi esiliato in Russia da Putin, sul Trota e le sue lauree, sul terzo polo che è diventato ormai l’ultimo polo, sui grillini “che tanto dureranno lo spazio di una primavera”. Intanto la Saronno Servizi affonda, il teatro invece pure, la viabilità cittadina fa pietà, il bilancio è zeppo di contraddizioni, i dipendenti comunali sono contenti come un pinguino nel Sahara, l’Imu per i commercianti è all’uno per cento e Saronno peggiora di giorno in giorno. Non se ne intendono neppure di musica, non ricordano neppure uno dei più famosi cantautori italiani, sinistrorso doc. La “Chanson de Geste” con Roland protagonista, manco quella gli ha insegnato nulla. E intanto Saronno affonda. “grazie a Dio è l'ELECTION DAY"…