Se c’era bisogno di una conferma, ecco, finalmente è arrivata.
Prendete l’ultimo numero di “Saronno Sette”: vi stupirete guardando che, in tre delle otto facciate, campeggia una pagina che recita più o meno “Inserzionisti disperatamente cercansi”. Tralasciando il fatto che la quarta è una pubblicità “finta” (è lo stampatore che mette il proprio logo) diventa evidente soprattutto una cosa: il prodotto, così come è fatto, non è appetibile. La rivoluzione copernicana trionfalmente annunciata dall’assessore dalle SETTE DELEGHE (tanto per cambiare) e dalla sua corte dei miracoli (leggasi ufficio stampa o comunicazione, o relazioni esterne, chiamatelo come vi pare ma comunque totalmente inutile, vista la quantità di comunicati e notizie alla stampa fornite) qualche tempo fa, ha messo tragicamente a nudo l’inutilità di un prodotto del genere che ha mostrato tutti i suoi limiti.
Mai era capitato, a memoria, nella storia sia del “Saronno Sette” che del defunto (o meglio, ucciso) “Città di Saronno”, vedere così tanti spazi bianchi, carta letteralmente buttata nel WC..(con quel che costa…): piuttosto si cercava di riempirlo con i contenuti, quelli che, da quando quello che era il giornale delle associazioni oggi diventato il megafono della Giunta mancano proprio.
Se fosse in vendita anche a un centesimo, non lo comprerebbe proprio nessuno: otto pagine in cui campeggiano le elucubrazioni degli assessori di turno, il quadratone della radio amica, le iniziative degli amici degli amici e, sparsi qua e là senza un ordine logico, finalmente, gli annunci delle associazioni.
Una Babele di contenuti, nessuno che c’azzecca (cit.) con l’altro. Otto fogli per 5mila copie di inutilità che gridano vendetta: ovvio che nessuno voglia farci pubblicità.
Parliamoci chiaro: ce lo avevano venduto come l’uovo di Colombo, l’invenzione che doveva cambiare la storia della comunicazione. Sta facendo la stessa fine del Titanic: ci raccontavano che era inaffondabile, invece alla resa dei conti ha pagato tutte le sue magagne e sta affondando miseramente.
Non veniteci a parlare di crisi (se si fossero tenuti i canoni dei vecchi giornali comunali, la pubblicità sarebbe arrivata, con un prodotto competitivo…): gli inserzionisti investono su chi dà adeguata visibilità. Saronno Sette, oggi, è un triste giornalino dei partiti della giunta e dei loro amichetti con l’aggiunta di qualche associazione che mette coraggiosamente il proprio annuncio. Un prodotto fantastico come bere una birra calda in spiaggia al 15 di agosto. Forse anche chi ha avuto l’ardire di accettare di stamparlo si starà pentendo amaramente…