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mercoledì 4 aprile 2012

Sette deleghe sotto i mari...


 Non servono gli articoli dei giornali di questi giorni, ma il semplice passa parola della gente comune.

    E pensare che, neppure un paio di mesi fa, il sindaco Luciano Porro (cui forse i suoi soldatini “camuffano” i rapporti manco fossero studenti che  falsificano le firme sul libretto delle giustifiche) dall'alto del suo scranno rassicurava tutti i concittadini sulle colonne del Saronno Sette, da mesi ridotto al bollettino settimanale della Giunta (e a palco dei mai tanto rimpianti comizi, ma almeno quelli si facevano solo in periodo elettorale) con tanto di spiegazione sui massimi sistemi in prima pagina, raccontandoci per l’ennesima volta la solita favola di Collodi: “Tutto va bene, la sicurezza è sotto controllo, i cittadini possono vivere sonni tranquilli”. Insomma, il rapporto del suo assessore alla sicurezza (l’omino coi baffi che non è Bialetti, ma è quello che fra le altre, ha le deleghe a organizzazione, comunicazione e partecipazione, risorse umane, polizia locale, prevenzione e sicurezza) regalava ai saronnesi una città tutta rose e fiori (o figlia dei fiori?) dove la sicurezza regnava sovrana e nessuno aveva nulla da temere. Peccato che ogni giorno  - basta guardare i giornali, on line e in edicola (ma l’assessore in questione non è quello alla comunicazione????) per capire che la realtà è ben diversa. Quartieri assediati dai ladri, furti quotidiani, tanti in pieno giorno: ma perché preoccuparsi quando abbiamo i 30 all'ora, le piste pedonali improvvisate, la città sostenibile e un bel parcheggio per le bici dei dipendenti comunali perfettamente funzionante anche in inverno (in attesa di quello sotterraneo in piazza Saragat)?
Quello che fa davvero tristezza è come, nel sacro nome del manuale Cencelli (che si starà rivoltando nella tomba, perché hanno pure sbagliato i conti che erano ben chiari, in quel “capolavoro” della letteratura politica) sia stato distribuito (non “assegnato”, che avrebbe significato almeno dato per merito) a un noto professore che ha collezionato alle elezioni la bellezza di 49 preferenze (con due panini e tre etti di salame prendi più punti all’Esselunga o al Carrefour, e ti danno pure il premio) su un totale di 646 (pari al notevolissimo 3,38 per cento) di una forza politica che forza pare proprio non essere (e anche qui certi sostenitori del glorioso garofano o con la pipa in bocca si staranno rivoltando nella tomba). Ma si sa, bisogna accontentare tutti, come accaduto pochi giorni fa con Legambiente, e allora avanti coi carri, tutti nelle missioni. Ma facciamo un bel riassuntivo, veloce veloce.

Cattivoni – diranno – ma vediamo in questo lungo periodo i mirabili risultati raccolti dall’assessore coi baffi, che di deleghe ne ha, e anche importanti.
Tipo comunicazione e partecipazione: cioè il Saronno Sette megafono della giunta e partecipazione pari a quella di un vecchietto di 90 anni alla maratona di New York.
Risorse umane? Speriamo il riferimento non sia a quelle del comune perché fra rimescolamenti vari e “ottimizzazioni” (adesso le chiamano così) il malcontento è pari a quello delle truppe italiane al ritiro dopo la disfatta di Russia.
Polizia locale? Ordini, contrordini, guerra dei carciofi, appostamenti trappola per i 30 all’ora, vigili di quartiere in movimento… NCS direbbe il compianto Zampetti, non ci siamo….
Prevenzione e sicurezza? Chiedere qua e là ai saronnesi. Furti nelle case, criminalità crescente, stazione invivibile dopo una certa ora (non ci sono i fondi per gli straordinari, però mettiamo pure un altro assessore che noi ci riduciamo la paga….) centro città terra di nessuno.
Davvero grandi risultati: sarebbe bello però rendersi conto, che il titolo di “professore” non autorizza a pontificare sul tutto. Pretendendo di avere sempre ragione. Soprattutto se 49 (su oltre 19mila) cittadini ti hanno scelto. Terza della lista (che ha preso il tre e spiccioli per cento). Non dimentichiamolo, non lo dimentichi chi continua a pontificare e a far finta che tutto va bene: perché non è vero. Se almeno l’omino coi baffi ci facesse un bel caffè…

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